venerdì 14 marzo 2014

Un passo indietro

Purtroppo il pagamento degli affitti in contanti ritorna nuovamente possibile, anche se solo sotto la soglia dei mille euro: da 1000 euro in su il pagamento degli affitti deve avvenire obbligatoriamente con metodi tracciabili.
Il  Ministero delle Economie e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, con la Nota DT 10492 del 5 febbraio 2014, ha chiarito che “ai fini dell’irrogazione delle sanzioni comminate ai sensi del d.lgs. n. 231/07, con finalità di prevenzione del riciclaggio”, rileva esclusivamente il  limite dei 1.000 Euro previsto dalla disciplina antiriciclaggio.
Sotto i 1000 euro la finalità di conservare traccia delle transazioni in contante può ritenersi soddisfatta fornendo una prova documentale, comunque formata, che sia chiara, inequivoca ed idonea ad attestare l’avvenuto trasferimento (ad esempio la classica “ricevuta”di avvenuto pagamento per contanti).
Inoltre il pagamento degli affitti in contanti può avvenire anche oltre i 1000 euro nel caso si tratti di più soggetti che pagano una quota al di sotto dei mille euro, quattro studenti in una casa, per esempio, possono singolarmente pagare 300 euro in contanti al proprietario, nonostante il totale dei pagamenti vada oltre i mille euro.

La norma sulla tracciabilità degli affitti viene così enormemente depotenziata, se si considera quanti affitti in Italia non raggiungono la soglia dei 1000 euro, mentre si rinuncia praticamente del tutto a perseguire l’evasione proprio in un ambito, quello degli affitti agli studenti, dove l’evasione è particolarmente elevata.

lunedì 10 marzo 2014

Per chi dice che l’evasione e il riciclaggio più rilevanti non avvengono in contanti …

La sola Guardia di Finanza di Torino ha rilevato, tra gennaio 2013 e gennaio 2014, passaggi illeciti di denaro contante per 9.270.000 euro: le Fiamme Gialle ne hanno ricostruiti almeno una trentina, per importi variabili tra i 9.000 ed i 500.000 euro, tutti oltre il limite consentito dalla legge.
Le operazioni contestate erano relative all’occultamento dei proventi dell’evasione fiscale, all’acquisto di immobili parzialmente pagati in nero e ad altri tipi di operazioni poco trasparenti od illecite.

Tra i casi più singolari quello di una badante italiana, che alla morte del proprio assistito ha ricevuto un’eredità di circa 3.000.000 di euro. Ne ha prelevati 2.000.000 in contanti e li ha trasferiti a persona di sua fiducia per nasconderli ad eventuali pretendenti all’eredità. Dopo circa un anno, la somma di denaro è stata nuovamente restituita in contanti alla badante che li ha utilizzati per l’acquisto di immobili. 

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