Il 29
luglio 2014, a
seguito dell’introduzione del POS obbligatorio per imprese e professionisti,
arriva l’atteso intervento governativo sulle commissioni che le banche
applicano su ogni transazione effettuata con bancomat o carte di credito.
Tale intervento è stato reso necessario dal mancato rispetto, da parte dell’Abi, delle associazioni dei prestatori di servizi di pagamento, di Poste italiane, del Consorzio Bancomat e delle imprese che gestiscono circuiti di pagamento, dei termini fissati dalla legge 214/2011 (1° giugno 2012) per l’adozione di un codice di autoregolamentazione che assicurasse una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti, nonché garantisse maggiore trasparenza, chiarezza e concorrenza.
Un
intervento importante e necessario, perché l’elevato costo di transazione non è
solo il motivo per cui l’obbligo di POS è dovuto allo stato rimanere un mero
invito privo di sanzione, ma è anche una delle più comprensibili e giustificate
obiezioni all’abolizione della moneta contante.
Vediamo
in sintesi le previsioni del DM 51 del 14 febbraio 2014.
Commissioni differenziate
Le
commissioni devono essere differenziate
per ciascuna tipologia di carta (di debito, di credito o prepagata), circuito
e caratteristiche specifiche; devono inoltre essere differenziate in base al volume
ed al valore delle operazioni effettuate presso l’esercente:
Informative e trasparenza
Le
commissioni devono essere inoltre essere oggetto di adeguata informativa al
cliente e devono essere pubblicati in maniera chiara sul sito internet del gestore
del circuito di carte di pagamento;
Obbligo di revisione periodica
Le commissioni
sono soggette a revisione periodica, almeno annuale, correlata all’andamento di
volumi di vendita e valore delle operazioni;
Commissioni ridotte per pagamenti di piccola entità
Ai pagamenti
di importo ridotto sono obbligatoriamente applicate commissioni di entità
inferiore a quelle ordinariamente praticate.