Per chi vuole approfondire: Decreto del Ministero dell’economia e delle Finanze n. 51del 14 febbraio 2014
martedì 15 luglio 2014
giovedì 19 giugno 2014
Finalmente. Il piano di Renzi contro evasione ed elusione fiscale.
Già dal prossimo 30 giugno
scatterà poi l’obbligo per commercianti e liberi professionisti di dotarsi
di Pos per permettere il
pagamento con bancomat, carta di credito, debito e prepagate ai proprio
clienti, anche se il decreto che ha istituito l’obbligo non prevede alcuna sanzione per
chi non rispetterà la “prescrizione”.
Tutto -
secondo Repubblica - condito con una misura di sistema: l’avvento
generalizzato della moneta elettronica, tracciabile per definizione, con
incentivi al sistema creditizio e delle telecomunicazioni (molte compagnie
telefoniche, ad esempio, stanno sviluppando app per utilizzare carte di
credito, carte prepagate e persino carte-sconto e buoni pasto).
Etichette:
abolizione contante,
delega fiscale,
lotta evasione,
Renzi,
tracciabilità
venerdì 6 giugno 2014
Il rapporto 2014 della Corte dei Conti.
Cari lavoratori dipendenti e pensionati, e carissimi
autonomi e imprenditori onesti (si, ce ne
sono) che vi opponete all’abolizione del contante temendo lo strapotere
delle banche o la perdita della vostra preziosa privacy, questo post è tutto
per voi.
Mettete per un momento queste notizie sull’altro
piatto della bilancia e vedete se siete davvero contenti di continuare a pagare
sempre voi per tutti…
L’evasore fiscale è
un ladro che ruba dalle vostre tasche!
Dal Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza
pubblica:
- la pressione fiscale effettiva, calcolata rapportando il
carico impositivo solo al Pil “dichiarato” al fisco, con esclusione della ricchezza
non dichiarata (ma ricompresa, per stima, nel Pil ufficiale) è
ormai oltre il 50 per cento, ben più di 10 punti rispetto quella
ufficiale;
- per economia sommersa siamo ai vertici della
graduatoria UE-17 quanto a dimensioni del fenomeno: il 21,1
per cento del Pil nel 2013;
- Per quanto concerne l’evasione fiscale Iva
e Irap, per l’insieme dei due tributi il vuoto di gettito creato
dall’evasione sarebbe ammontato nel
solo 2011 ad oltre 50 miliardi;
- per quanto concerne
l’evasione fiscale Irpef, l’evasore fiscale riesce spesso a collocarsi in
posizione reddituale utile per conseguire, in aggiunta ai frutti diretti
dell’evasione, anche i benefici dello stato sociale;
- particolarmente elevato risulta il tasso di evasione del lavoro autonomo e dei titolari di solo redditi
da fabbricati, a fronte di un’evasione
modesta o addirittura negativa dei
titolari di reddito da lavoro dipendente o da pensione.
Conclude la Corte dei conti che il peso dell’evasione
è
“…per il nostro Paese un problema di
straordinaria gravità, tra le prime cause, se non la principale, delle
difficoltà del sistema produttivo,
dell’elevato costo del lavoro, dello squilibrio dei conti pubblici, del malessere sociale
esistente.”
venerdì 16 maggio 2014
Per quanto tempo ancora?
E’ notizia di oggi che il mitico PIL è di nuovo
disceso, e forse stiamo raggiungendo il non invidiabile record di un
thriple-dip, un terzo lancinante tuffo nella recessione.
Ma davvero qualcuno aveva creduto che la ripresa
arrivasse così, per miracolo, senza fare nulla?
Davvero qualcuno ha creduto che gli 80 euro promessi
da Renzi, destinati peraltro ai lavoratori dipendenti già in possesso di
stipendio, innescassero un volano magico in virtù di una minore propensione al
risparmio di questi contribuenti?
L’unica propensione che i lavoratori dipendenti non
hanno è quella all’evasione fiscale, e questo semplicemente perché non possono.
E gli autonomi, le finte partite iva, i disoccupati
di lungo periodo? Qualcuno ci ha pensato?
Pensavate forse che una maggiore flessibilità delle
regole sul lavoro portasse più occupazione, come se gli imprenditori in crisi
non volessero assumere per mera paura dei contratti a tempo indeterminato e non
perché non hanno un mercato interno a cui vendere i propri prodotti? Un
fallimento decennale delle politiche sul lavoro non vi ha insegnato proprio
nulla?
Quanto tempo ancora vogliamo perdere aspettando che
le cose si mettano a posto da sole?
Perché non lo faranno, sapete.
E – abbiatelo ben chiaro - andrà peggio.
Se il lavoro manca, non è giusto che i costi
sociali siano a carico delle imprese. Imporre il tempo indeterminato significa
che sono le imprese a doversi far carico dei lavoratori anche se del loro
lavoro non c’è bisogno; flessibilizzare oltre misura significa al contrario trasformare
i lavoratori in schiavi impossibilitati a programmare il proprio futuro. Infine,
ovviamente, ci sono quelli che approfittano della crisi per aumentare i propri
ricavi a spese dei lavoratori.
E siccome siamo tutti collegati, dall’incertezza
sul futuro deriverà minore propensione alla spesa, dagli stipendi bassi minori
possibilità di consumo; da minore propensione alla spesa e minori possibilità
di consumo ovviamente deriveranno minori acquisti, minore produzione e, immaginate
un po’, minore occupazione.
E che succede se sommi minore produzione e minore
occupazione (e quindi minor reddito per lo Stato conseguente a minori ricavi
dalla tassazione) a fronte di una
conseguentemente aumentata necessità di spese sociali?
Indovina un pò: ottieni un maggior
debito pubblico.
Et voilà…ecco che occorre una nuova manovra, nuove
tasse, altrimenti i mercati non si fidano e salgono gli interessi sul
debito…magari riduciamo gli stipendi nel pubblico impiego…e il circolo della
recessione riparte e si moltiplica esponenzialmente.
E infatti è esattamente quello che sta accadendo.
Già sono partite le prime voci sulla necessità di una nuova manovra.
Per quanto tempo ancora crederemo ai proclami sulla
luce in fondo al tunnel e rifiuteremo di vedere invece l’enorme treno
dell’ovvio?
Lo Stato – non le imprese, non è il loro ruolo -
deve tutelare il lavoratore, il suo cittadino, e non il lavoro in sé. Anche
perché la crescente incidenza della tecnologia nelle nostre vite ridurrà sempre
di più il numero di posti di lavoro disponibili, e nessuna riconversione darà
mai tanti posti di lavoro quanti ce n'erano prima delle varie rivoluzioni industriali.
Amiamo evitare le file in autostrada con il
telepass, ma abbiamo bisogno di meno casellanti; risparmiamo con gli e-book ma
servono meno lavori di stampa, distribuzione, librerie; abbiamo efficienti
archivi elettronici, ma meno archivisti; avremo stampanti 3d per costruire case
economiche per tutti, ma meno bisogno di muratori…la lista potrebbe, ed andrà,
statene certi, avanti all’infinito.
Il futuro non può e non deve essere fermato: siamo
noi a dover cambiare i nostri schemi così da coglierne tutte le opportunità.
Reddito di cittadinanza, allora, certo:
redistribuire le risorse, far ripartire i consumi, dare la possibilità a tutti
di vivere una vita dignitosa e non dover accettare lavori sottopagati.
Ma occorre trovare molte risorse, ed evitare che
(siamo sempre in Italia) molti percepiscano il reddito di cittadinanza e poi
lavorino in nero, potendo far così anche concorrenza – a basso prezzo – ai
lavoratori onesti.
E’ per questo che occorre tracciare tutto:
eliminare la moneta contante farà emergere le risorse finora occultate (nei
grandi numeri che abbiamo spesso descritto in questo blog) ed impedirà abusi da
parte delle imprese e dei percettori del reddito di cittadinanza. Reddito di cittadinanza ed eliminazione del contante devono andare a braccetto sin
dall’inizio, altrimenti il sistema non funzionerà.
Fino a quando rifiuteremo di vedere che questo è
l’unico modo per innescare un circolo virtuoso che ci porti oltre questa
recessione?
Per quanto tempo ancora i nostri egoismi personali
ci terranno nel tunnel?
Staremo ancora a parlare di privacy delle
transazioni mentre il nostro treno deraglia?
Vogliamo finalmente parlarne?
Etichette:
abolizione contante,
reddito di cittadinanza
lunedì 12 maggio 2014
In Inghilterra si afferma la tecnologia contactless
Sergio Boccadutri,
deputato di Sel, in un recente comunicato stampa, ha dato rilevo alla notizia
che, nei supermercati inglesi Tesco, sono stati introdotti massicciamente Pos
con tecnologia ‘contactless’ per i pagamenti elettronici.
Contactless è una
tecnologia utilizzabile per pagamenti di inferiori a 20 sterline, e significa
che non c'è bisogno di digitare il PIN. I vantaggi per i consumatori sono la
velocità di acquisto, con meno code e senza necessità di avere con sé spiccioli
o riceverli in cambio; ai dettaglianti invece piace perché non devono gestire
grandi quantità di monete.
Anche Marks &
Spencer ha introdotto i pagamenti contactless nei suoi 25 negozi più
frequentati di Londra e un numero di punti vendita Simply Food. Asda sta
testando in 25 punti vendita di Londra, e Waitrose ha il sistema disponibile in
10 negozi pagamenti, con l'intenzione di introdurre al resto dei suoi rami. The
Co -op ha iniziato un processo nei negozi all'interno del centro M25 e
Manchester city. Dal 2013 l’intera rete di trasporto di Londra accetta i
pagamenti contactless.
L’incentivazione
della tecnologia contactless – ha affermato l’on. Boccadutri - è proprio alla
base della mia proposta di legge sulla promozione degli strumenti di pagamento
alternativi al contante. In Italia ci sono diverse positive iniziative per
l’introduzione di tecnologie Nfc (comunicazione in prossimità) come quelle
lanciate da Telecom Italia e Vodafone. Ma in Italia, dove 9 pagamenti su 10
sono in contante, queste iniziative richiedono un sostegno delle istituzioni.
Epayment significa tracciabilità, riduzione costi del contante (8 miliardi
l’anno) e modernizzazione del sistema paese. E’ ora che la politica affronti
questa discussione fino in fondo.
mercoledì 7 maggio 2014
Le misure di contrasto all’evasione fiscale nella Relazione di Susanna Camusso
Qualcuno per fortuna sembra ancora volersi occupare
del contrasto all’evasione fiscale.
La lotta al contante, abbandonata da Renzi dopo gli
iniziali buoni propositi, riemerge nella parole pronunciate da Susanna Camusso al
XVII Congresso CGIL in corso a Rimini.
Le proposte in sintesi:
1) ripristinare il reato di falso in bilancio come
impedimento a costituire fondi per la corruzione;
2) unificare e far comunicare le banche dati;
3) portare
la soglia di tracciabilità del contante a 300 euro;
4) impedire
e perseguire l’autoriciclaggio.
“ Un grande risparmio nella movimentazione del
contante, una maggior sicurezza delle
persone, la possibilità di far scendere
i costi che oggi gravano sulla moneta elettronica.
Introdurre i vantaggi fiscali della deducibilità, introdurre la fermata del
lavoro se si evade. Ovviamente la proposta è aperta a CISL e UIL, sono scelte anche radicali, ma essenziali, se strumento per uscire dalla
perenne rincorsa ai tagli per assenza di risorse. “
(Fonte:
XVII CONGRESSO NAZIONALE CGIL 'IL LAVORO DECIDE IL FUTURO' Relazione del
segretario generale, Susanna Camusso)
lunedì 28 aprile 2014
Il presunto fallimento del tetto dei mille euro: una differente interpretazione.
Improvvisamente la lotta all’uso del contante per
combattere l’evasione fiscale non sembra più una priorità di questo governo.
Di
recente, infatti, il viceministro all’Economia, Luigi Casero ha
affermato di recente in televisione che “abbassare ulteriormente la soglia non
porterebbe ad alcun tipo di risultato in termini di lotta all'evasione. Abbiamo
già visto in questi anni che la grande evasione, quella che contribuisce a
formare i 130 miliardi di evasione fiscale totale in Italia, non si nasconde
tra i pagamenti in contanti”.
Il vicedirettore dell’Agenzia
delle Entrate Marco Di Capua ha subito rilanciato affermando che “la lotta
all'evasione quest'anno si è assestata sui 13,1 miliardi di euro (nel 2012
erano stati 12,5 miliardi) tutti derivanti dalle contestazioni e dai controlli
sui contribuenti; su questa cifra, però, il tetto dei mille euro non ha inciso
in modo particolare”.
Tutti a quel punto a sostenere che la lotta al
contante è inutile perché l’evasione fiscale più significativa ha origine in
sofisticati meccanismi fiscali ad opera quasi esclusiva di grandi imprese….
In realtà io credo sia vero proprio l’esatto opposto:
l’economia italiana è fatta soprattutto di piccole realtà (l’azienda
artigiana, il negozietto a gestione familiare, il singolo professionista, ecc.).
Si tratta di un numero di soggetti elevatissimo che accumulano un’evasione
ingente composta di tanti piccoli pagamenti di importo inferiore ai famigerati
mille euro, e con tanti contratti di lavoro occulti e sottopagati che la soglia
dei mille euro non la sfiorano neppure.
Il loro numero è tale che non
basterebbe un esercito per controllarli tutti in modo adeguato. Inoltre la loro
evasione non viene intercettata dalla soglia dei pagamenti in contanti sopra i
famigerati mille euro, trattandosi di una molteplicità di pagamenti di importo
inferiore alla soglia: l’unica soluzione resta la completa tracciabilità di
ogni singolo pagamento, di qualunque importo esso sia.
Come diceva il grande Totò: è la somma che fa il totale…ma
forse è più comodo e popolare non accorgersene, per non turbare una quota di
elettorato tanto trasversale e numerosa???
venerdì 14 marzo 2014
Un passo indietro
Purtroppo il pagamento degli affitti in contanti ritorna nuovamente possibile, anche se solo sotto la soglia dei mille euro: da 1000 euro in su il pagamento degli affitti deve avvenire obbligatoriamente con metodi tracciabili.
Il Ministero delle Economie e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, con la Nota DT 10492 del 5 febbraio 2014 , ha chiarito che “ai fini dell’irrogazione delle sanzioni comminate ai sensi del d.lgs. n. 231/07, con finalità di prevenzione del riciclaggio”, rileva esclusivamente il limite dei 1.000 Euro previsto dalla disciplina antiriciclaggio.
Sotto i 1000 euro la finalità di conservare traccia delle transazioni in contante può ritenersi soddisfatta fornendo una prova documentale, comunque formata, che sia chiara, inequivoca ed idonea ad attestare l’avvenuto trasferimento (ad esempio la classica “ricevuta”di avvenuto pagamento per contanti).
Inoltre il pagamento degli affitti in contanti può avvenire anche oltre i 1000 euro nel caso si tratti di più soggetti che pagano una quota al di sotto dei mille euro, quattro studenti in una casa, per esempio, possono singolarmente pagare 300 euro in contanti al proprietario, nonostante il totale dei pagamenti vada oltre i mille euro.
La norma sulla tracciabilità degli affitti viene così enormemente depotenziata, se si considera quanti affitti in Italia non raggiungono la soglia dei 1000 euro, mentre si rinuncia praticamente del tutto a perseguire l’evasione proprio in un ambito, quello degli affitti agli studenti, dove l’evasione è particolarmente elevata.
lunedì 10 marzo 2014
Per chi dice che l’evasione e il riciclaggio più rilevanti non avvengono in contanti …
Le
operazioni contestate erano relative all’occultamento dei proventi dell’evasione
fiscale, all’acquisto di immobili parzialmente pagati in nero e ad altri tipi
di operazioni poco trasparenti od illecite.
Tra i
casi più singolari quello di una badante italiana, che alla morte del proprio
assistito ha ricevuto un’eredità di circa 3.000.000 di euro. Ne ha prelevati 2.000.000 in contanti
e li ha trasferiti a persona di sua fiducia per nasconderli ad eventuali
pretendenti all’eredità. Dopo circa un anno, la somma di denaro è stata
nuovamente restituita in contanti alla badante che li ha utilizzati per
l’acquisto di immobili.
lunedì 24 febbraio 2014
Una buona idea
Corrado Passera, alla presentazione del suo nuovo movimento Italia Unica, mette nel suo programma la restituzione dell'Iva a chi paga con moneta elettronica.
Per disincentivare l'evasione «bisogna premiare chi paga», ha affermato Passera.
Un'ottima idea: bisogna certo verificarne la sostenibilità economica, ma la direzione é sicuramente quella giusta.
lunedì 17 febbraio 2014
Pagamenti via smartphone e tablet: le regole del Garante privacy per tutelare gli utenti.
Chi usa smartphone e tablet per acquistare servizi, abbonarsi a
quotidiani on line, comprare e-book, scaricare a pagamento film o
giochi sarà più garantito.
Ecco, in sintesi, le regole elaborate dal Garante per proteggere
la privacy degli utenti che, tramite il proprio credito telefonico, effettuano
pagamenti a distanza avvalendosi del cosiddetto mobile remote payment.
Informativa
I provider telefonici ed internet e i venditori dovranno informare gli utenti specificando quali dati personali utilizzano e per quali scopi. Per tale motivo dovranno rilasciare l'informativa al momento dell'acquisto della scheda prepagata o della sottoscrizione del contratto di abbonamento telefonico ed inserirla nell'apposito modulo predisposto per la portabilità del numero. Gli aggregatori, che operano per conto dell'operatore telefonico, potranno predisporre una apposita pagina con la quale fornire l'informativa e la richiesta del consenso al trattamento dei dati.
I provider telefonici ed internet e i venditori dovranno informare gli utenti specificando quali dati personali utilizzano e per quali scopi. Per tale motivo dovranno rilasciare l'informativa al momento dell'acquisto della scheda prepagata o della sottoscrizione del contratto di abbonamento telefonico ed inserirla nell'apposito modulo predisposto per la portabilità del numero. Gli aggregatori, che operano per conto dell'operatore telefonico, potranno predisporre una apposita pagina con la quale fornire l'informativa e la richiesta del consenso al trattamento dei dati.
Consenso
I provider telefonici e internet e gli aggregatori, che operano per conto di questi in veste di responsabili del trattamento, non dovranno richiedere il consenso per la fornitura del servizio di mobile payment.
I provider telefonici e internet e gli aggregatori, che operano per conto di questi in veste di responsabili del trattamento, non dovranno richiedere il consenso per la fornitura del servizio di mobile payment.
Il consenso è invece obbligatorio, sia per gli operatori che per
i venditori, nel caso vengano svolte attività di marketing, profilazione, o i
dati vengano comunicati a terzi. Se i dati utilizzati sono sensibili, occorrerà
richiedere uno specifico consenso.
Misure di sicurezza
Operatori, aggregatori e venditori saranno tenuti ad
adottare precise misure per garantire la confidenzialità dei dati, quali:
sistemi di autenticazione forte per l'acceso ai dati da parte del personale
addetto, e procedure di tracciamento degli accessi e delle operazioni
effettuate; criteri di codificazione dei prodotti e servizi; forme di
mascheramento dei dati mediante sistemi crittografici. Dovranno essere adottate
misure per scongiurare i rischi di incrocio delle diverse tipologie di dati a
disposizione dell'operatore telefonico (dati di traffico, sul consumo, relativi
alla rete fissa, relativi alla fornitura di servizi etc.) ed evitare la
profilazione incrociata dell'utenza basata su abitudini, gusti e
preferenze. Da prevedere anche accorgimenti tecnici per disattivare
servizi destinati ad un pubblico adulto.
Conservazione
I dati degli utenti trattati dagli operatori, dagli aggregatori e venditori, ivi compresi gli sms di attivazione e disattivazione del servizio, dovranno essere cancellati dopo 6 mesi. L'indirizzo Ip dell'utente dovrà invece essere cancellato dal venditore una volta terminata la procedura di acquisto del contenuto digitale. Per la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico coinvolti nelle operazioni di mobile payment si dovranno rispettare i periodi di tempo previsti dal Codice privacy.
I dati degli utenti trattati dagli operatori, dagli aggregatori e venditori, ivi compresi gli sms di attivazione e disattivazione del servizio, dovranno essere cancellati dopo 6 mesi. L'indirizzo Ip dell'utente dovrà invece essere cancellato dal venditore una volta terminata la procedura di acquisto del contenuto digitale. Per la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico coinvolti nelle operazioni di mobile payment si dovranno rispettare i periodi di tempo previsti dal Codice privacy.
(informazioni tratte dal sito del Garante per la protezione dei dati personali)
mercoledì 12 febbraio 2014
L'ottima proposta di legge dell’Onorevole Sergio Boccadutri.
Di seguito riporto
una sintesi della proposta di legge “C.1928
Disposizioni concernenti la limitazione dell'uso del contante e la promozione
dell'impiego della moneta elettronica", presentata alla Camera l'8 gennaio 2014 e di cui l’onorevole Boccadutri di
SEL è primo firmatario.
Mi verrebbe da
dire “eppur (qualcosa) si muove..”!
Perché non la
sosteniamo tutti tramite openparlamento? Monitoriamola e soprattutto votiamola
su http://parlamento17.openpolis.it:
facciamo sentire la nostra voce e il nostro supporto!
Art. 1 fissa in 500 il limite
all'utilizzo del denaro contante, stabilisce l'obbligo
di utilizzare strumenti telematici per l'effettuazione delle operazioni di
pagamento delle spese delle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dei
loro enti, fissa in 5.000 euro l'importo massimo che dal 1 gennaio 2017 ogni persona fisica o
giuridica può prelevare mensilmente. I suddetti limiti sono poi
abbassati di anno in anno, sino ad arrivare all'importo massimo di 500 euro a
regime.
A partire dal primo gennaio 2017 sono
poi aumentate del 30 % le commissioni di prelievo del denaro contante eseguito
tramite carta di credito, carta prepagata o carta di debito.
Art. 2 obbliga talune categorie di soggetti ad accettare ed
effettuare pagamenti solo per mezzo di bonifici, carte di pagamenti e assegni (banche e istituti di credito, sale da gioco, intermediari
nell'acquisto o nella vendita di metalli preziosi, assicurazioni che vendono
polizze sanitarie, pubbliche amministrazioni e università pubbliche o altri
enti incaricati della riscossione)
Art. 3 fissa termini più brevi per il
rimborso da parte dei prestatori di pagamento in caso di erroneo addebito.
Art. 4 si stabilisce la possibilità
di detrarre e dedurre, sia per le persone fisiche che per le persone
giuridiche, solo le spese effettuate tramite bonifico bancario, carta di
credito, carta prepagata o carta di debito.
Art. 5 unifica la Carta Nazionale
dei Servizi e la Carta
d'Identità elettronica nella Nuova Carta Di Identità elettronica che diventa dal 1 giugno 2017 unico
strumento di autenticazione telematica per l'effettuazione di pagamenti tra
soggetti privati e pubbliche amministrazioni.
Art. 6 introduce il divieto per le
pubbliche amministrazioni e per i suoi incaricati di
applicare maggiorazioni o commissioni per i pagamenti effettuati con carta di
credito, carta prepagata o altra strumento di pagamento elettronico.
Art. 7 introduce in Italia del reato
di auto
riciclaggio.. L'introduzione di questo reato nel nostro
ordinamento è fondamentale. Non solo perché, come si usa dire, "ce lo
chiede l'Europa" che lo ha inserito nella direttiva 60 del 2005, ma anche
e soprattutto perché questa lacuna, questo colpevole vuoto normativo ha effetti
dirompenti sul tessuto economico del Paese perché consente ai criminali di
investire i proventi illeciti nelle loro attività legali, favorendo cosi le
imprese legate alla criminalità a discapito delle aziende sane, alterando de
facto il mercato.
Art. 8 istituisce una commissione consultiva per la disincentivazione dell'utilizzo
del contante che una volta insediata potrà vigilare sulla materia.
Art. 9 dà mandato al Governo di varare un programma
di promozione dell'uso del denaro elettronico attraverso i principali mezzi di comunicazione
di massa per farne meglio comprendere i vantaggi e le migliori modalità di
utilizzo.
sabato 8 febbraio 2014
Tanti spunti interessanti dal convegno "Obiettivo ePayment, lavorare insieme per un’Italia sempre più cashless".
Sergio Boccadutri, deputato di SEL ha presentato il 30 gennaio la proposta di legge di cui è primo firmatario "Disposizioni concernenti la limitazione dell'uso del contante e la promozione dell'impiego della moneta elettronica", nel corso del convegno "Obiettivo ePayment, lavorare insieme per un’Italia sempre più cashless".
Il convegno é stato organizzato da CashlessWay, Global Hub for ePayment Culture, promotrice di diverse attività sulla lotta al contante come il No Cash Day, giunto alla sua terza edizione e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dello Sviluppo Economico.
"La mia proposta di legge ha l'obiettivo di promuovere ogni forma di pagamento elettronico, dall'ePayment all'mPayment passando per l'adozione di POS e l'uso della carta di debito e di credito, alla quale gli Italiani sono da sempre restii" - ha detto Boccadutri."Secondo stime della Guardia di Finanza il sommerso nel nostro paese raggiunge un totale di 270 miliardi di euro mentre l'evasione fiscale è a quota 170 miliardi e il conto della corruzione è di 60 miliardi all'anno. Si tratta di un danno, di un furto nei confronti del Paese, che la moneta elettronica può contribuire a contrastare con forza."
"Gli strumenti di ePayment in Italia sono in crescita, ma c'è una persistente resistenza alla loro adozione - ha detto Gianfranco Torriero, Direttore Centrale, Strategie e Mercato Finanziari dell'ABI -In media i cittadini effettuano 200 operazioni all'anno, il dato è in crescita, ma il 92% delle preferenze va ancora al contante. C'è poi un fenomeno che sembra illogico, vale a dire l'aumento dei prelievi all'ATM, perché la dotazione di POS in Italia è sui livelli europei. La tracciabilità dei pagamenti non piace agli italiani."
"L'eliminazione del contante serve ad eliminare l'opacità, ma in Italia il contante è gradito - ha detto Marco Di Capua, Vice Direttore dell'Agenzia delle Entrate - ad esempio, dal tabaccaio e dal benzianio puoi pagare soltanto in contanti e per paradosso il costo del contante si scarica suglia strumenti di pagamento no cash. Un tabaccaio deve venderti una stecca di sigari perché gli convenga accettare pagamenti con carta. La carta di credito e il telefonino, poi, devono funzionare in maniera diffusa altrimenti non funziona, perché il cittadino vuole certezze sul fronte della privacy e della sicurezza dei pagamenti no cash, che per aumentare la loro portata devono essere convenienti per l'utente. Per diffondere i pagamenti elettronici bisogna lavorare sulla comunicazione, sulla leva dei costi e sulla leva normativa senza per questo puntare soltanto su imposizioni ma rendendo più conveniente l'uso di uno strumento rispetto ad un altro".
"Bassilichi gestisce 250mila POS in Italia, pari al 18%-20% della base totale nel paese - ha dettoMarco Di Cosimo, Direttore Pianificazione Strategica di Bassilichi - Dal nostro punto di vista, l'esercente deve diventare il punto nevralgico per migliorare l'uso del contante. Il nostro obiettivo è che sia l'esercente a dire al cliente 'Guardi, è meglio se paga con la carta di credito'. Ma perché ciò avvenga, il pagamento con carta deve essere vantaggioso. Per un esercente che fattura 300mila euro all'anno, di cui 75mila euro di transato via POS, il costo totale dell'apparecchio è di 750-950 euro all'anno. Un costo accettabile, secondo noi, che peraltro annulla tutti i costi del contante legati al rischio di furti, al rischio marciapiede e al resto sbagliato. Non è vero che il contante è più vantaggioso del POS. L'esercente è il soggetto più scettico sul POS, va convinto. Credo che l'uso del contante non si possa combattere soltanto per legge, bisogna abbassare i costi dell'Interchange Fee e prevedere incentivi fiscali a vantaggio di esercenti che registrano un transato complessivo superiore al 50% in moneta elettronica. Basterebbe un intervento di 250 milioni di euro per farlo."
"I consumatori sono molto interessati ai pagamenti 'no cash', ma non vanno presi in giro - dice Massimilano Dona, Segretario Generale dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC) - Per questo dobbiamo stanare gli avversari della modernizzazione, che sono anche avversari dei consumatori. Alcuni esempi per chiarire: quante volte vi è capitato di attendere alla fila dei taxi l'auto bianca che accetta la carta di credito? Oppure di trovarsi al ristorante che non accetta una determinata carta di credito e sentirsi dire la solita scusa, 'il POS è rotto'? Oppure in periodo di saldi, andare alla cassa in negozio e sentirsi dire che la linea del POS è occupata? Queste sono prese in giro inammissibili per i consumatori. E ancora, per il booking online di viaggi, alcune carte di credito hanno prezzi maggiorati rispetto ad altre che sono gratis. Perché? I desiderata dei consumatori sono fondamentalmente tre: sicurezza, praticità e economicità".Un capitolo a parte meritano le App e gli acquisti mobili. Secondo l'Unione Nazionale Consumatori, il 30% degli acquisti online tramite App è indesiderato ma recedere dopo il fatidico click è un'impresa e lo si deve fare con comunicazione scritta.
"Jusp è una start up specializzata in POS mobili che si agganciano a smartphone e tablet"- ha dettoStefano Calderano, Ceo di Jusp. "Un altro modo per allargare la platea degli utenti di carta sarebbe consentire il pagamento di stipendi e pensioni su carta prepagata. In altri paesi meno avanzati dell'Italia, come in Messico, Nigeria e Kenya, è già possibile".
"La scarsa diffusione delle carte di pagamento è un problema culturale di cui si parla dagli anni '80 - ha detto Walter Pinci, Responsabile Sistemi Pagamento di Bancoposta - Poste Italiane - c'è un tema culturale nel nostro paese, anche se il numero di POS installati in Italia è in linea con Francia e Germania. Per quanto riguarda invece i micropagamenti, c'è un gap infrastrutturale. Per diffondere la cultura dei pagamenti elettronici, Bancoposta ha avviato una partnership con il Miur, per diffondere l'uso di PostePay fra i giovani nelle scuole. Gli smartphone aiutano, anche se i ragazzi non li usano ancora per effettuare pagamenti. Detto questo, si può sfruttare il loro rapporto viscerale con lo smartphone per diffondere i pagamenti mobili". Negli uffici postali si concludono 550 milioni di pagamenti all'anno e da gennaio Poste Italiane hanno aperto a tutte le carte di pagamento con POS e tecnologia per bollettini, F24 e tutto il resto. I terminali NFC ready sono 45mila. C'è poi il capitolo del "postino elettronico": i portalettere sono muniti di terminali che consentono il pagamento di bollettini a domicilio. "Il legislatore potrebbe incentivare i pagamenti cashless abbattendo l'IVA dell'1%", chiude Pinci.
"Trenitalia emette ogni anno 2,7 miliardi di biglietti ferroviari, la metà dei quali in modalità elettronica -dice Enrico Grigliatti, Direttore Amministrazione Controllo e Finanza di Trenitalia - ogni anno registriamo 700 milioni di euro di transato via Internet, pari al 30% del totale, senza rimborsi su carta di credito. Il nostro personale di bordo è munito di 11mila POS. Il nostro problema sono i 2mila self service sul territorio, il dramma è la raccolta del contante che ammonta a 600 milioni di euro l'anno. I problemi dei self service riguardano le vandalizzazioni, noi peraltro non possiamo andare a ritirare i soldi tutti i giorni. La raccolta del contante è una macchina farraginosa, che costa tre volte tanto il transato in formato elettronico".
"A livello di tecnologie, ci siamo, il mercato dei pagamenti elettronici è pronto - ha detto Giovanni Vattani, Divisione Mercato Area Incassi di ENEL - quello che serve ora è un quid in più dal punto di vista legislativo. In questo senso, mancano passi in avanti significativi. Per quanto riguarda ENEL, non abbiamo più contatti con il contante; la clientela ci chiede strumenti diversi di pagamento, per questo sul sito di ENEL Energia abbiamo acceso il bottone MyBank. A Natale abbiamo lanciato nuove App, che consentono di pagare la bolletta via smartphone. E' possibile pagare con carta di credito e con codice QR. Abbiamo attivato il pagamento con PayPal, senza darne comunicazione, e il primo giorno sono stati in 300 a pagare in questa modalità. A breve abbiamo previsto la riapertura dei pagamenti con contante agli sportelli, ma tutti saranno muniti di POS. I rimborsi saranno fatti elettronicamente".
giovedì 6 febbraio 2014
La Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro
Che il contante sia il mezzo più
facile per effettuare transazioni non lecite era già noto: il suo essere anonimo e
in quanto tale, non rintracciabile, lo ha sempre reso il mezzo preferito da
tutti coloro che perseguono scopi non esattamente conformi a legge.
Ora, però, i dati dimostrano che questo trend si è addirittura
rafforzato nell’ultimo decennio.
- nonostante i progressi della nuova tecnologia e dei
metodi di pagamento dovrebbero dar luogo a una società più sicura e
relativamente senza contante, l'uso del denaro contante rimane comune;
- l'emissione di banconote in euro, in particolare di
taglio elevato, dal 2002 sono aumentate costantemente;
- il contante è ancora uno dei metodi più favoriti per
rimpatriare i proventi di reato.
E’ davvero possibile continuare a difendere l’uso del
contante con motivazioni complottistiche o inneggiando a presunte battaglie di
libertà? Più raccolgo dati in proposito più non riesco a vederci la buona fede…
Ne vogliamo parlare?
giovedì 23 gennaio 2014
I dati drammatici che emergono dal Bilancio 2013 della Guardia di Finanza
I dati che seguono dovrebbero mettere definitivamente a
tacere tutti coloro che difendono l’uso del contante con l’affermazione :”Tanto
la vera evasione avviene con modalità sofisticate da parte delle grandi
società, non certo in contanti!”.
Come è nostra buona abitudine vediamo cosa ci dicono i
dati, e il bilancio della Guardia di Finanza 2013 ci apre davvero gli occhi.
Il Bilancio 2013
della GDF ci dice che sono stati sottratti a tassazione in
Italia, nel solo 2013, 51,9 miliardi.
Il dato riguarda redditi e
ricavi non dichiarati e costi non deducibili scoperti dalla Gdf sul fronte
dell’evasione internazionale (15,1 mld), dell’evasione
totale (16,1 mld) e di fenomeni evasivi come le frodi carosello, i reati
tributari e la piccola evasione (20,7 mld).
E questo dato riguarda solo l’evasione scoperta dalla GDF,
non quella effettiva!
Sono 8.315 gli evasori totali scoperti dalla Guardia di Finanza nel 2013 in Italia. Questi
soggetti, completamente sconosciuti al fisco, hanno nascosto redditi - che dovevano essere soggetti a tassazione
- per 16,1 miliardi.
Un'attività
commerciale su tre ha emesso nel 2013 una ricevuta o uno scontrino fiscale
irregolare o non lo ha proprio emesso. Degli oltre 400mila
controlli eseguiti sul rilascio di scontrini e ricevute dalla Guardia di
Finanza nell'anno appena concluso, sono state riscontrate irregolarità nel 32%
dei casi (praticamente uno su tre!).
E'
di 4,9 miliardi l'ammontare
dell'Iva evasa nel 2013 dagli
italiani. Di questi 4,9 miliardi, solo
due sono riconducibili a frodi carosello, quelle basate su false
transazioni commerciali con l'estero.
Sono
invece 14.220 i lavoratori completamente
in nero scoperti nel 2013 e 13.385 irregolari, impiegati da 5.338 datori di
lavoro.
Siamo sicuri che vogliamo rinunciare a risorse così
ingenti in nome di una privacy la cui inesistenza nella realtà dovrebbe essere
ormai evidente a tutti?
Quando vogliamo cominciare a parlarne davvero?
lunedì 20 gennaio 2014
I dati sulla falsificazione delle banconote in Europa e in Italia: un altro argomento a favore dell’abolizione del denaro contante.
Per esaminare più da vicino i rischi connessi all’uso del contante, non è sufficiente considerare
solo quelli relativi a furti rapine e borseggi, ma è utile prendere in
considerazione anche i dati relativi alla circolazione di banconote false.
Guardiamo quindi – come al solito - i dati a nostra
disposizione: nella seconda metà del 2013 sono state ritirate dalla
circolazione 353.000 banconote in euro
false. Tale numero, pur non essendo rilevantissimo rispetto al numero di
banconote attualmente circolanti, è comunque tale da destare una certa preoccupazione, soprattutto se mettiamo
questo dato in relazione al valore delle banconote falsificate.
Difatti, scendendo più nel dettaglio, osserviamo che i tagli da €20 e €50 fanno registrare il
numero più elevato di falsificazioni: nell’insieme questi due tagli rappresentano
il 78% dei falsi.
Il numero di
banconote false da €10, seppure in aumento, corrisponde ancora ad appena il 6,3%
del totale.
La percentuale di banconote false da €20 è pari al 43% del
totale, quella delle banconote false da € 50 è pari al 35% del totale, mentre la
percentuale di banconote false da €100 è pari al 12.9% del totale (Fonte: Comunicato stampa Banca centrale
europea - Direzione Generale Comunicazione e servizi linguistici, Divisione
Stampa e informazione).
Quindi, nel solo
secondo semestre del 2013 sono circolate 151.790 banconote false da € 20, per
un valore di € 3.035.800; 123.550 banconote false da € 50, per un valore di € 6.177.500
e 45.537 banconote false da € 100, per un valore di € 4.553.700.
E di queste banconote false quante sono state individuate
in Italia?
In Italia nel
secondo semestre 2013 sono state riconosciute come false 69.895 banconote, con
un aumento del 10% rispetto ai sei mesi precedenti. La cifra di quasi 70mila
banconote false equivale a quasi il 20% delle 353.000 banconote false
nell'Eurozona in quel periodo (fonte:
Bankitalia).
In tutti questi casi la portabilità e l’anonimato della
banconota non consentono l’adozione di efficaci e tempestivi strumenti di
tutela come quelli offerti dalle carte elettroniche, che possono essere
bloccate in caso di furto o clonazione oppure sulle quali è possibile
disconoscere una spesa non effettuata: in
caso riceviate una banconota falsa recuperare i propri soldi è un’opzione di
difficile praticabilità.
Unendo questi dati a quelli già diffusi su questo blog
relativamente ai furti, ai borseggi ed alle rapine, possiamo davvero sostenere
che il contante è il mezzo di pagamento e di risparmio più sicuro? O forse è più sicuro solo se il denaro lo
vogliamo occultare?
Ne vogliamo parlare?
giovedì 16 gennaio 2014
La posizione di Matteo Renzi sull'abolizione del contante
Matteo Renzi, nella sua e-news, rende manifesta la sua posizione in merito all'abolizione del contante.
Se Davide Serra, finanziere vicino al Segretario PD, in un recente intervista al Sole24ore ha caldeggiato l'abolizione tout-court della moneta contante come mezzo primario per combattere la dilagante evasione fiscale, come al solito la posizione di Renzi si mantiene più mediana.
Nella sua e-news Renzi infatti afferma: "Continuano a dire che per eliminare l'evasione bisogna ridurre il contante. Non c'è dubbio che più la moneta è elettronica, più si elimina spazio per chi evade. Ma dobbiamo essere seri. Se vogliamo investire sulla moneta elettronica, che è oggettivamente il futuro, dobbiamo abbassare le commissioni bancarie, investire sulla tecnologia, togliere agli istituti di credito la pretesa di essere gli unici player di questa partita."
Renzi riconosce quindi la necessità della misura, ma cerca un temperamento nei confronti di chi teme un eccessivo vantaggio dato agli istituti bancari: una posizione del tutto condivisibile se l'accento resterà sulle misure da adottare per temperare questo vantaggio e non diventerà solo un modo per dilazionare all'infinito un intervento la cui adozione è ormai divenuta urgentissima.
martedì 7 gennaio 2014
Rendere tutte le spese scaricabili per tutti rappresenta un più efficiente sistema di contrasto dell’evasione fiscale?
Un’obiezione frequente all’abolizione della moneta
contante è costituita dall’affermazione che tale abolizione non sia affatto necessaria: basterebbe rendere scaricabili tutte le tipologie di spesa da parte di
tutti i contribuenti per creare un contrasto di interessi che renderebbe
vantaggioso richiedere la fattura o lo scontrino per poter attestare la spesa
effettuata e conseguire il relativo vantaggio fiscale.
Tale affermazione è, a mio parere, inficiata da un errore
concettuale di base: non considera, infatti, che il
risparmio per l’evasore non è costituito dalla semplice sottrazione
dell’imponibile IVA ma anche dal maggior fatturato nascosto, e quindi dal risparmio IRPEF e dalla possibilità di
accedere a servizi pubblici gratuiti o di ottenere criteri di preferenziale
assegnazione di beni e servizi sulla base di un basso ISEE.
Ora pensate, a solo titolo di esempio, al vostro meccanico
di fiducia: se costui, a fronte di tutti i vantaggi che gli derivano
dall’evasione, vi offre la stessa riparazione a 100€ se fatturata e a 60€ se in
nero il vostro risparmio fiscale dovrà
essere almeno pari al 40% per convincervi a richiedere la fattura (senza
considerare che al nero il risparmio sarebbe immediato mentre scaricando la
spesa dovrete aspettare molto più tempo e fare più fatica in termini di
redazione della dichiarazione fiscale).
Ma aliquote di
detraibilità così elevate non sono praticabili, in quanto finirebbero per
superare il maggior gettito risultante dall’imponibile emerso, con il risultato
di una perdita certa per l’Erario.
SOLO SE NON ESISTE
AFFATTO LA POSSIBILITÀ
DI PAGARE IN CONTANTI IL SISTEMA PUÒ FUNZIONARE!
Un ulteriore riscontro all’inefficacia del sistema di
detraibilità assoluta lo troviamo nella recente indagine effettuata dalla Corte
dei Conti sugli esiti dell'attività di controllo fiscale svolta all'Agenzia
delle entrate e dalla Guardia di finanza (ottobre 2013).
In tale analisi è analizzato l’esito del riconoscimento di
una detrazione fiscale ai fini
IRPEF fino ad un massimo del 50 % per le
spese di ristrutturazione delle abitazioni e delle parti comuni degli
edifici.
Ebbene, i controlli effettuati dall’amministrazione
finanziaria nel corso degli anni, hanno fatto emergere rilevanti evasioni fiscali nonostante la modalità di pagamento
“tracciata”, ovvero il riconoscimento nel corso degli anni di rilevanti
detrazioni fiscali senza il corrispondente versamento delle imposte da parte
dei soggetti erogatori delle prestazioni.
giovedì 2 gennaio 2014
Evasione fiscale, lavoro nero e concorrenza sleale: un circolo che si autoalimenta.
La violazione di norme
tributarie ed il ricorso a forme di lavoro “nero” creano svantaggi concorrenziali nei confronti degli imprenditori
che hanno operato correttamente: il
minor prezzo del prodotto, infatti, sul quale non ha gravato l'onere fiscale
effettivo, è più vendibile sul mercato in danno degli imprenditori onesti.
L’evasione è quindi fonte di
concorrenza sleale, perché l’evasore può praticare prezzi inferiori.
L’ex Presidente del consiglio Mario
Monti ha a tale proposito evidenziato che l’evasione è “concorrenza sleale tra imprese e un modo in cui
alcuni cittadini disonesti provocano un danno ad altri cittadini, causando per tutti una pressione più elevata”.
E’ facile
comprendere come l’imprenditore disonesto usufruisca di un indebito ma notevolissimo vantaggio concorrenziale rispetto all’imprenditore
onesto che fa fronte con onestà e correttezza agli oneri fiscali e sociali:
l’imprenditore disonesto, infatti, non soggiace a costi della stessa entità e
può pertanto fornire la propria merce/servizi ad un prezzo inferiore, anche quando è meno
efficiente dei concorrenti, sommando al risparmio fiscale l’ulteriore beneficio di una
accresciuta possibilità di vendita.
L’imprenditore
onesto, per mantenere una quota di mercato che gli consenta di sopravvivere,
sarà a sua volta costretto a commettere lo stesso illecito, generando un
circolo perverso di evasione e concorrenza sleale che si autoalimenta di
continuo.
Il
problema è molto diffuso: come si rileva facilmente dai dati provenienti dagli studi fiscali di settore l’evasione fiscale non è un
illecito commesso solo da grandi imprese tramite complessi meccanismi di false
fatturazioni, caroselli IVA, transfer pricing e così via ragionando, come i
difensori della moneta contante (e dell’evasione fiscale) vorrebbero far
credere, ma al contrario un illecito ad amplissima
diffusione.
Vediamo,
come è buona abitudine di questo blog, i dati disponibili:
Settore % di incongrui
Barbieri e parrucchieri 54,9%
Ristoranti e pizzerie 48,2%
Bar e caffè, gelaterie 51,1%
Intonacatura e tinteggiatura 48,3%
Intermediari del commercio 37%
Trasporto merci su strada 34,7%
Commercio al dettaglio di alimentari 56,9%
Commercio al dettaglio
di confezioni 61,2%
Anche in questo caso, l’abolizione del contante
e la completa tracciabilità dei pagamenti potrebbero essere di estremo
giovamento alla nostra malandata economia, eliminando
gli indebiti vantaggi concorrenziali derivanti dall’evasione fiscale e consentendo al mercato di premiare
l’imprenditore (ed il prodotto/servizio) davvero migliore e più efficiente.
Una reale concorrenza, non falsata dall’abbassamento dei
prezzi dovuto ad indebiti risparmi fiscali, potrebbe stimolare anche gli investimenti delle imprese, incentivate
a migliorare le proprie competenze ed i propri processi produttivi al fine di
poter offrire sul mercato prodotti più appetibili ai prezzi più competitivi.
Ne vogliamo parlare?
Iscriviti a:
Post (Atom)
LinkWithin
LinkWithin