mercoledì 4 dicembre 2013

II rapporto tra l’uso del contante e l’evasione fiscale: qualche dato su cui ragionare.

L’Italia si distingue per la diffusione di pagamenti irregolari e di tangenti, occupando il 25° posto in questa penosa classifica (fanno peggio solo la Slovacchia, il Messico e la Grecia): è quanto emerge dall’analisi sulla diffusione di pagamenti irregolari e tangenti elaborata dalla Confcommercio su dati del World Economic Forum e della Banca mondiale (fonte: Le determinanti dell’economia sommersa. Il rapporto dell’Ufficio Studi Nazionale Confcommercio).
“Grecia e Italia sono i Paesi europei che mostrano i prelievi di contanti di importo medio più elevato (rispettivamente 250 e 175 euro) e contestualmente hanno la più alta incidenza dell'economia sommersa sul Pil”, rileva l'economista del Centro Europa Ricerche Carlo Milan sulla voce.info nel suo articolo “Meno contante contro l'evasione”.
L’Istituto per la competitività ha calcolato che 15 euro in meno di prelievo medio per operazione effettuato presso gli sportelli bancomat corrispondono una diminuzione del volume dell’economia sommersa superiore a 23 miliardi di euro, per un maggior gettito di 9.8 miliardi, mentre 20 euro in meno di prelievo medio per operazione effettuato presso gli sportelli bancomat genererebbero addirittura un maggior gettito pari a 13.1 miliardi. (Fonte: elaborazioni I-Com su dati Eurostat, ECB e Schneider (2013-Anno di riferimento 2011)
Come spiega il settimanale l’Espresso in una lunga e interessante analisi sull’evasione fiscale pubblicata nel settembre 2013, “una soluzione semplice ci sarebbe. L'hanno sperimentata, all'inizio degli anni Duemila, nella Corea del Sud. Dove prima hanno imposto un tetto al contante equivalente a 42 dollari. Poi hanno concesso ai titolari di carta che la utilizzavano per gli acquisti e si prendevano la briga di conservare la ricevuta uno sconto fiscale (che per giunta garantiva la partecipazione a una lotteria) fino a un massimo di 4.200 dollari l'anno o del 20 per cento del reddito. E ribassato del 2 per cento l'Iva ai commercianti che dimostravano di aver incassato tramite Pos. Ha funzionato. Algebris Investments ha studiato il caso. E sulla base di dati della Myongji University si è presa la briga di calcolare che quelle semplici misure hanno ridotto il sommerso di cinque punti in percentuale sul Pil. Da noi vorrebbe dire recuperare d'un colpo 20 miliardi di gettito fiscale.”
Ne vogliamo parlare?

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