martedì 7 gennaio 2014

Rendere tutte le spese scaricabili per tutti rappresenta un più efficiente sistema di contrasto dell’evasione fiscale?

Un’obiezione frequente all’abolizione della moneta contante è costituita dall’affermazione che tale abolizione non sia affatto necessaria: basterebbe rendere scaricabili tutte le tipologie di spesa da parte di tutti i contribuenti per creare un contrasto di interessi che renderebbe vantaggioso richiedere la fattura o lo scontrino per poter attestare la spesa effettuata e conseguire il relativo vantaggio fiscale.
Tale affermazione è, a mio parere, inficiata da un errore concettuale di base: non considera, infatti,  che il risparmio per l’evasore non è costituito dalla semplice sottrazione dell’imponibile IVA ma anche dal maggior fatturato nascosto, e quindi dal risparmio IRPEF e dalla possibilità di accedere a servizi pubblici gratuiti o di ottenere criteri di preferenziale assegnazione di beni e servizi sulla base di un basso ISEE.
Ora pensate, a solo titolo di esempio, al vostro meccanico di fiducia: se costui, a fronte di tutti i vantaggi che gli derivano dall’evasione, vi offre la stessa riparazione a 100€ se fatturata e a 60€ se in nero il vostro risparmio fiscale dovrà essere almeno pari al 40% per convincervi a richiedere la fattura (senza considerare che al nero il risparmio sarebbe immediato mentre scaricando la spesa dovrete aspettare molto più tempo e fare più fatica in termini di redazione della dichiarazione fiscale).
Ma aliquote di detraibilità così elevate non sono praticabili, in quanto finirebbero per superare il maggior gettito risultante dall’imponibile emerso, con il risultato di una perdita certa per l’Erario.
SOLO SE NON ESISTE AFFATTO LA POSSIBILITÀ DI PAGARE IN CONTANTI IL SISTEMA PUÒ FUNZIONARE!
Un ulteriore riscontro all’inefficacia del sistema di detraibilità assoluta lo troviamo nella recente indagine effettuata dalla Corte dei Conti sugli esiti dell'attività di controllo fiscale svolta all'Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza (ottobre 2013).
In tale analisi è analizzato l’esito del riconoscimento di una detrazione fiscale ai fini IRPEF  fino ad un massimo del 50 % per le spese di ristrutturazione delle abitazioni e delle parti comuni degli edifici.
Ebbene, i controlli effettuati dall’amministrazione finanziaria nel corso degli anni, hanno fatto emergere rilevanti evasioni fiscali nonostante la modalità di pagamento “tracciata”, ovvero il riconoscimento nel corso degli anni di rilevanti detrazioni fiscali senza il corrispondente versamento delle imposte da parte dei soggetti erogatori delle prestazioni.

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